Internazionale online, 29.04. 2019
Lunedì 29 aprile il sito online della rivista Internazionale ha pubblicato un mio testo sulla vicenda, affascinantissima, del Salvator Mundi di Leonardo. Ho lavorato a questo tema per diversi mesi e mi fa molto piacere che finalmente veda la luce.
Alla fine del mio testo ho aggiunto una “Nota Bibliografica”, che elenca i testi cui faccio riferimento, insieme ad altri che lo letto e trovato utili. Date le convenzioni di Internazionale non e’ possibile pubblicarla sul sito della rivista. La potete trovare qui di seguito e, ovviamente, va letta (se proprio interessa) dopo il mio articolo.

Nota bibliografica:
Le frasi tra virgolette sono tratte per la maggior parte dalla conferenza di Martin Kemp a St. Catherine’s College di Oxford il 4 febbraio 2019. Altre provengono da Martin Kemp, Living with Leonardo, Thames and Hudson, 2019, pp. 161-183. Kemp sta per pubblicare un libro sul tema con Robert B. Simon (l’ex proprietario) e Margaret Dalivalle, Leonardo’s Salvator Mundi and the Collecting of Leonardo in the Stuart Courts (Oxford University Press, 2019). Alessandro Vezzosi, Leonardo da Vinci: The Complete Paintings in Detail (Prestel) si schiera contro l’attribuzione a Leonardo, come anche Carlo Pedretti, il più eminente leonardista, con un articolo su l’Osservatore Romano, 2 luglio 2011. Pierluigi Panza, in L’ultimo Leonardo. Storia, intrighi e misteri del quadro più costoso del mondo (Torino, UTET, 2018) sostiene che “non ci sono documenti sufficienti né accertamenti univoci per dire che è un Leonardo ‘oltre ogni ragionevole dubbio’ e nemmeno per sostenere il suo contrario” (vedi intervista a Letture.org, https://www.letture.org/l-ultimo-leonardo-storia-intrighi-misteri-del-qu…).
Il catalogo della mostra ‘Leonardo da Vinci, pittore alla Corte di Milano’ è Luke Syson, Larry Keith, and Arturo Galansino, Leonardo da Vinci: Painter at the court of Milan. National Gallery Company, 2011. Il Salvator Mundi è presentato a pp. 282-3, 298-303, numero di catalogo 91. Le recensioni cui ho fatto riferimento sono Charles Hope, “The Wrong Leonardo,” The New York Review of Books 9 febbraio 2012; Frank Zöllner, “A double Leonardo. On two exhibitions (and their catalogues) in London and Paris.-[Rezension],” Zeitschrift für Kunstgeschichte 76 (2013), pp. 417-427. Vedi anche: Carol Vogel, ‘Long Lines and Scalpers: Rock Star? No, Leonardo’, The New York Times, 4 dicembre 2011. Catalogo della mostra del Louvre del 2012 è Vincent Delieuvin (ed.), La Sainte Anne. L’ultime chef-d’ceuvre de Leonard de Vinci, Paris, Louvre, 2012. Vedi anche Kemp, Living with Leonardo, p. 182.
Gran parte delle informazioni su Bouvier e sul funzionamento del porto franco di Ginevra sono tratte da Sam Knight, ‘The Bouvier Affair’, The New Yorker, Feb 8-15, 2016, pp. 62-71; e dal documentario di Pascal Henry, The Black Box of the Art Business, 2016. Vedi anche The Economist, ‘Über-warehouses for the ultra-rich’, 23 novembre 2013 e ‘Brush with the law’, 5 marzo 2015; Will Gompertz, ‘Geneva Free Port: The greatest art collection no-one can see’, Bbc News, 1 dicembre 2016. Francesca Sironi e Alberto Gottardo nel documentario Follow the Paintings (Sky 2016) esplorano i rapporti tra criminalità finanziaria, porti franchi e mondo dell’arte.
Sulle teorie cospirative circa la vendita del Salvator Mundi, ho consultato Gaby Del Valle, ‘How a long-lost Leonardo da Vinci painting got dragged into a Trump-Russia conspiracy theory,’ Vox, 22 gennaio 2019. Vedi anche Doreen Carvajal, ‘The Billionaire who bought Trump’s mansion faces scrutinity in Monaco’, New York Times, 7 settembre 2018.
Su arte e riciclaggio, vedi, ad es., Graham Bowley & William K. Rashbaum, ‘Has the art market become an unwitting partner in crime?’ New York Times News Service, 27 febbraio 2017; Eric Reguly, ‘The link between art and money laundering’, The Globe and Mail, 3 settembre 2015. La frase di Kemp sul mercato dell’arte è tratta da Living with Leonardo, p. 181.
Sul rapporto tra talento individuale e mercato dell’arte nel Rinascimento ho consultato, con profitto, Michael Baxandall, Pittura ed esperienze sociali nell’Italia del Quattrocento, Torino, Einaudi 2001 (ed. or. 1972). Moltissimi studiosi hanno ricordato che Leonardo raramente finiva i progetti che iniziava. Vedi ad esempio, André Chas Leonardo: XVIII lettura Vinciana (Vinci, Biblioteca Leonardiana, 15 aprile 1978. Giunti Barbèra; 1979), p. 72. Frank Zöllner, Leonardo da Vinci, Taschen, 2000, pp. 7, 23, 24, 37, 45, 74, 81, Carlo Vecce, Leonardo (2006) e, ovviamente, Vasari. L’email di Penny a Kemp è riprodotta in Kemp, Living with Leonardo, p. 161.
Carlo Vecce, autore di una monumentale biografia di Leonardo (Salerno editrice), ha mostrato come l’artista, un autodidatta che imparò il latino a quarant’anni, fosse debitore di molti contemporanei (come l’ingegnere militare Roberto Valturio, 1405-1475) per le sue invenzioni. Vecce ricorda anche la Mostra su Leonardo del 1939 fu un momento chiave nella creazione del mito di Leonardo ‘genio’. Carlo Emilio Gadda ne scrisse una recensione mitica. Altri studiosi che sottolineano il contesto storico dell’opera leonardesca sono Pietro Marani e Mario Taddei.
Sul restauro del Salvator Mundi, vedi Peter Schjeldahl, ‘Masters and Pieces: Leonardo, Michelangelo, and Munch’, New Yorker, 27 novembre 2017, pp. 78-81; Kemp, Living with Leonardo, p. 165. Il restauratore che decise di togliere la vernice fu Helmut Ruhemann. E.H. Gombrich oppose la decisione, facendo notare che l’uso della vernice era ben noto nell’antichità classica: Plinio il Vecchio scrive che il pittore greco Apelle usava questa tecnica (atramentum) per proteggere le opere e sfumare la forza dei colori. È possibile che i pittori del Rinascimento seguissero la lezione antica e quindi è un gravissimo errore toglierla oggi per far risaltare i colori. Vedi H. Ruhemann, ‘Leonardo’s use of sfumato,’ The British Journal of Aesthetics, 1(4) (1961), pp. 231-237; Ernst H. Gombrich, ‘Dark varnishes: variations on a Theme from Pliny,’ The Burlington Magazine 104, no. 707 (1962), pp. 51-55. Sull’importanza dello sfumato per San Giovanni Battista (1513-1516), vedi Zöllner, Leonardo, p. 86.
Le ultime non-notizie sul Salvator Mundi sono riportare dal New York Times, 30 marzo 2019.
“Haud dubium erat eam sententiam altius penetrare et arcana imperii temptari”, Tacito, Annales II, 36.
Sono grato a Francesca Cappelletti, Barbara del Mercato, Vania Facchinelli, Maria Luisa Pacelli e Benedetta Tobagi per aver letto una versione di questo testo. Queste lettrici non sono responsabili per le tesi che espongo e gli errori che rimangono.Il testo del mio articolo si trova qui: https://www.internazionale.it/notizie/federico-varese/2019/04/29/salvato…