«Si potrebbe scrivere un libro sugli usi e abusi fatti del termine zona grigia; probabilmente si scoprirebbe che nessuna espressione ha avuto tanta fortuna ed è stata tanto travisata», ha scritto nel 2011 la storica torinese Anna Bravo, amica e studiosa di Primo Levi, scomparsa nel 2019. Questo libro forse non è stato ancora scritto, ma un capitolo significativo lo si deve a Maurizio Catino, professore di Sociologia delle organizzazioni all’Università di Milano-Bicocca. In un importante e originale volume, Le organizzazioni mafiose. La mano visibile dell’impresa criminale (Il Mulino, in inglese presso Cambridge University Press), Catino ricorda al lettore come l’espressione «la zona grigia» serva solo a confondere, piuttosto che a capire, il rapporto tra le organizzazioni mafiose e coloro che operano all’esterno, come professionisti, imprenditori, politici e funzionari pubblici.
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