Federico Varese
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È tornato il mercato nero e c’è la crisi economica: la dinamica innescata da Putin rischia di generare opportunità simili a quelle che hanno dato vita a potenti organizzazioni criminali nel passato
Guerra e criminalità organizzata vanno di pari passo. Prima e dopo un conflitto, riciclaggio, traffico di armi, tratta, mercato nero aumentano e, nel caso dell’Italia, trovano un terreno fertile grazie alla presenza di organizzazioni criminali ben radicate. C’è di più: la nascita e lo sviluppo delle mafie sono legati strettamente a momenti di caotica transizione politica ed economica e all’emergere di vaste opportunità nei mercati illegali. Ad esempio, il proibizionismo degli anni Venti negli USA coincise con l’emergere di Cosa Nostra americana quale potenza criminale di livello nazionale e internazionale. in Giappone, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale, i beni di prima necessità erano razionati. Emerse così un vastissimo mercato nero che i gruppi della mafia giapponese giungeranno presto a controllare. La stessa mafia russa emerse come potenza criminale durante la caotica transizione all’economia di mercato, dopo il crollo dell’Unione Sovietica. La speculazione edilizia del dopoguerra permise a Cosa Nostra siciliana di entrare a pieno diritto nei mercati legali.
La guerra di Putin in Ucraina rischia di genere opportunità simili a quelle che hanno dato vita e fiato a potenti organizzazioni criminali nel passato. In Russia è tornato il mercato nero. Sin dai primi di marzo scarseggiano beni di prima necessità. Più di ottanta tipi di medicine, tra cui l’insulina, hanno cominciato a scomparire. Il mercato nero prospera anche online. Analisti della polizia inglese hanno riscontrato un aumento degli acquisti di medicine sui siti del dark web russo, molte delle quali sono contraffatte. La crisi economica manderà sul lastrico milioni di russi che diventeranno possibili vittime della criminalità oppure, in alcuni casi, manovalanza mafiosa. La situazione in Ucraina è ancora più drammatica. Diverse organizzazioni non governative—come Homo Faber in Polonia—e le polizie locali hanno già lanciato l’allarme sulla tratta. Uomini e donne che si fingono volontari adescano i rifugiati e offrono loro un passaggio. Verso dove? A Medyka, al confine con la Polonia, un gruppo di presunti veterani della legione straniera fanno salire i rifugiati sui loro mezzi. Quale sarà la destinazione? Si tenga presente che gruppi criminali russo-ucraini operano in Italia almeno dai primi anni duemila. Nel 2010, la procura di Napoli arrestò circa ottanta persone coinvolte nell’estorsione di “veicoli di immigrati extracomunitari di origine ucraina” e nello sfruttamento della prostituzione. Scontri tra queste bande (alcune bielorusse) produssero almeno un omicidio.
Che fare? Superata la fase iniziale di slancio, bisogna assicurarsi che le vittime del conflitto vengano protette e che la polizia monitorizzi il mercato del sesso. Un aspetto cruciale dell’aiuto all’Ucraina dovrà essere il controllo delle armi e della legalità durante e dopo la guerra, per impedire che negli anni a venire le mafie rialzino la testa.