
La Russia contemporanea viene raccontata in questo libro attraverso un’ottica inusuale: la sua storia criminale. Federico Varese narra le vite di quattro criminali rappresentativi di epoche e gruppi sociali diversi tra loro: un mafioso tradizionale, un oligarca, un carcerato che ha trafugato video orrifici delle torture inflitte dal regime alla popolazione dietro le sbarre e l’inventore del virus informatico più potente del mondo.
Scopriamo così come è cambiata la Russia dal tardo periodo sovietico, passando per gli anni caotici della presidenza di Boris El´cin, per concludere con l’era autoritaria di Vladimir Putin. Corruzione su vastissima scala e un uso spregiudicato degli apparati di polizia per coprire i propri crimini hanno segnato l’intera storia post-sovietica, sin dagli anni Novanta. Il regime di Putin è il culmine di una transizione violenta al mercato e alla democrazia iniziata da El´cin e fondata sul furto generalizzato, la repressione del dissenso e l’alleanza tra criminalità e politica. L’Occidente ha preferito ignorare questi abusi, appoggiando senza esitazione prima El´cin e poi Putin. Ora ce ne siamo accorti, ma è troppo tardi.
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RECENSIONI:
Maria Chiara Franceschelli, Rivista Il Mulino: << Federico Varese propone una diversa traiettoria, al tempo stesso la più eloquente e misconosciuta, per capire la Russia di oggi e il periodo della sconvolgente transizione post-sovietica che ha dato i natali al regime di Putin … Varese compone un affresco macrostorico attingendo a episodi della microstoria, svelando le trame che intrecciano le vicende personali agli sviluppi globali, riprendendo una tradizione portata avanti da, fra gli altri, l’autrice Masha Gessen e il Premio Nobel Svetlana Aleksievič (e, nella fiction, da Ljudmila Ulickaja e Saša Filipenko)..>>
Giovanni Savino, Doppiozero: << Vi è un’espressione in russo, na odnom dychanii, in un solo respiro, per parlare di qualcosa letto, guardato, vissuto senza pause né interruzioni, perché si è coinvolti dal ritmo degli eventi, dalla lettura o dallo svolgimento del film. L’espressione può essere usata senza ombra di dubbio per il libro di Federico Varese, tra i principali studiosi a livello mondiale delle mafie russe, intitolato La Russia in quattro criminali, appena uscito per Einaudi. … Il lavoro di Varese è utile perché permette di comprendere le peculiarità dell’ecosistema socioeconomico russo e mette in risalto la continuità di fondo e la logica intrinseca dello sviluppo dell’assetto di potere nel paese da El’cin a Putin, sfatando il mito dell’alterità tra i due leader, e lo fa evidenziando i passaggi, attraverso gli schizzi biografici dei quattro criminali.>>
Francesco Grignetti, La Stampa: <<Siamo sommersi di immagini, racconti, voci dall’Ucraina. L’invasione ci ha sbattuto in faccia che cosa sia davvero la Russia di Putin.Più passano i giorni, però, e meno sappiamo di quel che accade dietro la nuova Cortina di ferro. Ed è un processo pressoché irreversibile perché le voci libere di là sono state quasi tutte spente. Come sia nato il regime putiniano, e come gli sia consustanziale la ferocia, ce lo racconta ora un nuovo libro del sociologo Federico Varese, La Russia in quattro criminali (Einaudi), che studia da anni la Russia.>>