di Federico Varese
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Il direttore del Dipartimento di Giurisprudenza di Leopoli sostiene che sia una forma di attacco che punta a cambiare la mente degli ucraini, a cominciare dai bambini
14 APRILE 2022
LEOPOLI – Incontriamo Andriy Kostyuk nella caffetteria dell’Università Cattolica di Leopoli. Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza, Kostyuk è anche membro del consiglio di amministrazione dell’Ateneo, oltre ad essere un famoso avvocato civilista. E proprio a Leopoli ha studiato Rafa? Lemkin, il giurista che coniò il concetto di genocidio, utilizzato poi al processo di Norimberga. Il presidente Biden ha accusato Putin di tale infame reato.
Professor Kostyuk, lei cosa pensa dell’accusa di Biden? “Un numero crescente di politici, studiosi e intellettuali si stanno convincendo che l’aggressione della Russia all’Ucraina non sia un semplice conflitto, un tentativo di annettersi una parte di un territorio straniero. In molti suoi discorsi, Putin ha chiarito che i suoi obiettivi sono meta-storici”.
La dottrina di Putin insiste sulla natura tripartita del popolo russo, la Grande Russia, la Russia Bianca (Bielorussia) e la Piccola Russia, cioè l’Ucraina. In base a questa visione del mondo non può esistere una entità politica autonoma e alternativa. “Lo scopo della guerra è quello di abolire l’Ucraina nella sua interezza, compresa la sua cultura e limitarne l’uso della lingua. Chi si oppone a questo progetto è ipso facto un nemico da eliminare, a causa della sua scelta o della sua identità”.
Questo progetto è stato articolato in diversi documenti ufficiali dello Stato russo, ad esempio dall’agenzia ufficiale Ria-Novosti che ha auspicato la “liquidazione” del Paese. “Parole simili le ha dette anche l’ex presidente Dmitry Medvedev”, osserva il professore.
Molti osservatori concordano che l’invasione russa costituisca un crimine di aggressione (attacco non provocato) e diversi studiosi stanno documentando altri crimini commessi in questi giorni, come quelli di guerra (la violazione dello ius in bello, ad esempio la tortura ai prigionieri), e quelli contro l’umanità (ad esempio, gli attacchi deliberati contro i civili). In che senso però sta avvenendo un genocidio?
“Il principio di questa guerra è quello di controllare l’anima delle persone, di riprogrammare gli individui. Dunque, la definizione di genocidio, peraltro piuttosto restrittiva, si adatta alla perfezione al caso dell’Ucraina. Qui si vuole eliminare un gruppo sociale. Vi è un parallelismo netto con quanto cercarono di fare i nazisti con gli ebrei e altri gruppi. Per questo l’esercito russo ha massacrato i civili di Bucha, per questo ha bombardato la stazione a Kramatorsk: le vittime non accettavano di farsi riprogrammare”.
Per Kostyuk, lo scopo dei Russi non è quindi difendersi dalla Nato, ma abolire il concetto stesso di “Ucrainità”: “Vogliono uccidere giornalisti, insegnati di storia, e sostituirli con persone diverse. Come fecero i nazisti agli ebrei. Per questo rapiscono i bambini e li portano in Russia, con lo scopo di riprogrammare le menti. È una forma di genocidio di una cultura e di un popolo che non vuole assimilarsi”.
La storia del dopoguerra ha mostrato quanto sia difficile perseguire i responsabili. La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, che condannò il genocidio commesso dai nazisti, fu firmata nel 1945, ma si dovettero aspettare 50 anni perché si formasse la Corte Internazionale di Giustizia con sede all’Aja, che ha il compito di punire questo reato. Oltretutto né la Russia né gli Stati Uniti riconoscono questo tribunale e diversi altri Paesi oggi al fianco dell’Ucraina, come il Regno Unito, sono accusati di violare il diritto internazionale. “L’unica soluzione – dice Kostyuk – è la creazione di un Tribunale Speciale, con un suo statuto e con sede in Ucraina, sulla falsariga del Tribunale che si occupa del Ruanda. Esso potrebbe indagare non solo il reato di genocidio, ma anche altri crimini commessi dai russi”. Proprio a Leopoli, inorridito da quanto era successo agli armeni tra il 1915 e il 1917, Lemkin, ebreo, coniò il concetto di genocidio, “che permette di giudicare non solo gli individui, ma l’intero apparato di uno Stato che vuole distruggere un intero popolo”.